Palazzo Ducale di Genova: In un palazzo così importante per la storia di una città come la sede di un governo, ci siamo chiesti chi può essere passato dalle nostre stanze prima di Douce Pâtisserie Café.
L’area dove oggi ci troviamo è una piccola parte del grande Palazzo del governo di Genova, Comune prima, Repubblica poi, e anche Monarchia, da quando nel Seicento i genovesi incoronano la Madonna Regina della Città e il palazzo diventa Reale, almeno fino all’acquisto della residenza genovese dei Savoia in via Balbi.
L’espansione ad est di palazzo Ducale è stata realizzata a partire dalla metà del Cinquecento, contemporaneamente alla costruzione della chiesa del Gesù (su parziale demolizione dell’antica chiesa di sant’Ambrogio e allargamento del vicolo dei Sellai, oggi via Boetto) e terminata verso la fine dello stesso secolo con il raggiungimento della massima espansione del Palazzo.
Per avere un’idea della configurazione del palazzo nel Settecento è molto utile la Pianta del Real Palazzo “elevata e delineata” dall’ingegner Tallone nel 1729, conservata all’Archivio di Stato di Genova.
All’epoca troviamo nei nostri vani alcune funzioni tra loro molto diverse, ovvero l’atrio del Magistrato di Guerra, un “sito” del Munizioniere, forse un piccolo deposito a portata di mano del Magistrato, la casa di Antonio Maria Castello, un muratore (ovvero un iscritto all’arte dei maestri muratori) probabilmente dedicato al servizio pubblico, e la casa del pubblico falegname.
Ma oltre a questo è simpatico vedere che ci sono due luoghi che ci sono affini: la cantina del Sergente Maggiore della Piazza, (nel periodo era una piazza d’armi) e un posto dove si prende l’acqua, nella figura si notano dei condotti nel muro (si realizzavano con vasi troncoconici di terracotta infiliati l’uno nell’altro). L’acqua poteva arrivara dalla cisterna che era in quella che oggi è Sala Dogana, comunque, fin dal medioevo, poco lontano c’era un pozzo pubblico (detto Puteo Curlo, che si può tradurre come pozzo con apposita girella).
Venendo a tempi più recenti, ovvero posteriori alla demolizione del corpo che divideva piazza Nuova dalla piazza d’armi del palazzo avvenuta nell’Ottocento, sono alcuni uffici delle Poste e Telegrafi e del Comando Divisione ad occupare gli stessi vani all’inizio del XX secolo.